La pressione arteriosa sistemica rappresenta la forza esercitata dal sangue contro le pareti delle arterie durante il ciclo cardiaco. Questo parametro vitale viene misurato attraverso due valori: la pressione sistolica, che indica la pressione massima durante la contrazione del cuore, e la pressione diastolica, che corrisponde alla pressione minima durante il rilassamento cardiaco.
I valori normali della pressione arteriosa si attestano generalmente sotto i 120/80 mmHg. Valori compresi tra 120-139/80-89 mmHg indicano una condizione di pre-ipertensione, mentre valori superiori a 140/90 mmHg configurano uno stato di ipertensione arteriosa che richiede attenzione medica.
Il controllo regolare della pressione arteriosa è fondamentale per la prevenzione delle malattie cardiovascolari. Diversi fattori possono influenzare questi valori, tra cui l'età, lo stile di vita, l'alimentazione, l'attività fisica, lo stress e la predisposizione genetica.
L'ipertensione arteriosa si classifica in due categorie principali: l'ipertensione primaria o essenziale, che rappresenta circa il 90% dei casi e non ha una causa specifica identificabile, e l'ipertensione secondaria, causata da condizioni mediche sottostanti come malattie renali, disturbi endocrini o effetti collaterali di farmaci.
I principali fattori di rischio includono:
L'ipertensione è spesso asintomatica, ma può manifestarsi con mal di testa, vertigini, palpitazioni e difficoltà respiratorie. Se non trattata adeguatamente, può causare gravi complicanze come infarto, ictus, insufficienza cardiaca e danni renali permanenti.
Il panorama farmaceutico italiano offre un'ampia gamma di medicinali antipertensivi, regolamentati dall'AIFA e disponibili nelle farmacie su tutto il territorio nazionale. La scelta del trattamento più appropriato dipende dalle caratteristiche individuali del paziente e dalla gravità dell'ipertensione.
Gli inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina rappresentano una delle prime linee di trattamento dell'ipertensione. Il Ramipril, disponibile con nomi commerciali come Triatec e Unipril, è particolarmente efficace nella protezione cardiovascolare. L'Enalapril (Converten, Enapren) e il Lisinopril (Zestril, Prinivil) completano questa categoria terapeutica, offrendo profili farmacocinetici diversificati per rispondere alle esigenze specifiche di ogni paziente.
I sartani o antagonisti del recettore dell'angiotensina II sono farmaci di riferimento per pazienti che non tollerano gli ACE-inibitori. Il Losartan (Losaprex, Neolotan) è stato il primo della categoria, seguito dal Valsartan (Tareg, Rixil) e dal Telmisartan (Micardis, Pritor), quest'ultimo caratterizzato da una lunga durata d'azione che garantisce un controllo pressorio nelle 24 ore.
I bloccanti dei canali del calcio sono particolarmente indicati negli anziani e nei pazienti con ipertensione sistolica isolata. L'Amlodipina (Norvasc, Antacal) è il farmaco più prescritto della categoria grazie alla sua efficacia e tollerabilità. La Nifedipina (Adalat, Nifedicor) nelle formulazioni a rilascio prolungato offre un'alternativa valida per il controllo pressorio continuo.
I diuretici rimangono farmaci fondamentali nel trattamento dell'ipertensione, spesso utilizzati in combinazione con altri principi attivi. L'Idroclorotiazide è disponibile sia come monoterapia che in associazioni fisse, mentre l'Indapamide (Natrilix, Ipamix) è preferita per la sua maggiore selettività vascolare e minori effetti metabolici.
I beta-bloccanti sono indicati soprattutto in pazienti con ipertensione associata a cardiopatie. Il Metoprololo (Seloken, Lopresor) e il Bisoprololo (Concor, Cardicor) sono cardioselettivi e ben tollerati, particolarmente utili in presenza di aritmie o dopo infarto del miocardio.
Le principali aziende farmaceutiche presenti in Italia commercializzano questi farmaci con diversi nomi commerciali, garantendo anche la disponibilità di generici a prezzi accessibili, contribuendo alla sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale e migliorando l'aderenza terapeutica dei pazienti.
L'approccio moderno al trattamento dell'ipertensione prevede l'utilizzo strategico di terapie combinate, seguendo le linee guida della Società Italiana dell'Ipertensione Arteriosa e le raccomandazioni internazionali ESC/ESH, adattate alla realtà clinica italiana.
Le terapie combinate offrono numerosi benefici rispetto alla monoterapia: maggiore efficacia nell'abbassare la pressione arteriosa, riduzione degli effetti collaterali grazie all'uso di dosaggi inferiori dei singoli componenti, miglioramento dell'aderenza terapeutica attraverso formulazioni a dose fissa e protezione cardiovascolare superiore. La disponibilità in Italia di combinazioni precostituite facilita la gestione terapeutica e riduce il numero di compresse giornaliere.
Le combinazioni più utilizzate nella pratica clinica italiana includono:
La selezione del trattamento antipertensivo in Italia segue criteri clinici precisi: valori di pressione arteriosa basale, presenza di fattori di rischio cardiovascolare, comorbidità associate (diabete, insufficienza renale, cardiopatie), età del paziente e tollerabilità individuale. Il medico considera anche fattori socio-economici e la disponibilità del farmaco nel prontuario regionale per ottimizzare il rapporto costo-efficacia.
Il monitoraggio terapeutico prevede controlli periodici della pressione arteriosa, valutazione della funzione renale ed elettroliti, controllo degli effetti collaterali e verifica dell'aderenza alla terapia. In Italia, il monitoraggio ambulatoriale delle 24 ore (ABPM) è disponibile in molti centri specialistici per una valutazione più accurata dell'efficacia terapeutica e per identificare fenomeni come l'ipertensione da camice bianco o mascherata.
L'ipotensione si verifica quando la pressione arteriosa scende sotto i valori normali, generalmente inferiore a 90/60 mmHg. Questa condizione può essere altrettanto problematica dell'ipertensione e richiede attenzione medica appropriata.
Le principali cause includono disidratazione, perdite ematiche, problemi cardiaci, disturbi endocrini e alcuni farmaci. I sintomi più comuni sono vertigini, debolezza, nausea, confusione e svenimenti, particolarmente evidenti quando si passa dalla posizione sdraiata a quella eretta (ipotensione ortostatica).
Il trattamento dipende dalla causa sottostante e può includere farmaci vasocostrittori come fludrocortisone o midodrina. Per l'ipotensione ortostatica è fondamentale alzarsi lentamente, mantenere un'adeguata idratazione, indossare calze elastiche e, se necessario, aumentare l'apporto di sodio nella dieta sotto supervisione medica.
Il controllo domiciliare della pressione arteriosa è essenziale per una gestione efficace. Utilizzare dispositivi validati e misurare la pressione sempre nelle stesse condizioni, preferibilmente al mattino e alla sera.
È importante consultare il medico se la pressione rimane elevata nonostante i cambiamenti dello stile di vita, evitare interazioni tra farmaci antipertensivi e altri medicinali, e conservare sempre i farmaci in luoghi freschi e asciutti per mantenerne l'efficacia.