L'acidità gastrica è una condizione caratterizzata da un'eccessiva produzione di acido cloridrico nello stomaco, mentre il reflusso gastroesofageo si verifica quando i succhi gastrici risalgono dallo stomaco verso l'esofago, causando irritazione delle mucose. Questi disturbi sono molto comuni nella popolazione italiana e possono significativamente influire sulla qualità della vita.
I sintomi principali includono:
Le cause più frequenti comprendono stress, alimentazione irregolare, consumo eccessivo di cibi piccanti o grassi, alcol, fumo e l'uso prolungato di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS).
Gli inibitori della pompa protonica (IPP) rappresentano la terapia di prima scelta, includendo Omeprazolo (Antra, Mepral), Lansoprazolo (Prevacid, Limpidex) ed Esomeprazolo (Nexium). Questi farmaci riducono efficacemente la produzione di acido gastrico.
Gli antagonisti dei recettori H2 come Ranitidina e Famotidina (Pepcid) offrono un'alternativa valida per casi meno severi. Per il sollievo immediato, gli antiacidi come Maalox, Gaviscon e Digestivo Antonetto neutralizzano rapidamente l'acidità. I procinetici come Domperidone (Motilium) e Levosulpiride migliorano la motilità gastrica.
Gli IPP vanno assunti preferibilmente a stomaco vuoto, 30-60 minuti prima del pasto principale. Il dosaggio standard è di 20-40 mg al giorno per l'Omeprazolo. È importante evitare l'uso prolungato senza supervisione medica e prestare attenzione alle interazioni con anticoagulanti e alcuni antibiotici. Consultare sempre il medico se i sintomi persistono oltre due settimane o in presenza di difficoltà nella deglutizione.
La stitichezza, o stipsi, è un disturbo caratterizzato dalla difficoltà nell'evacuazione delle feci, con meno di tre evacuazioni settimanali. Si distingue tra stipsi occasionale, spesso legata a stress, viaggi o cambiamenti alimentari, e stipsi cronica che persiste per oltre tre mesi. I sintomi includono difficoltà nell'evacuazione, feci dure, sensazione di evacuazione incompleta e gonfiore addominale. Le complicanze possibili comprendono emorroidi, ragadi anali e, nei casi più gravi, fecalomi.
La scelta del lassativo deve essere mirata al tipo di stipsi. I lassativi osmotici come Macrogol (Selg-Esse, Movicol) e Lattulosio (Laevolac, Normase) richiamano acqua nell'intestino ammorbidendo le feci. I lassativi stimolanti come Bisacodile (Dulcolax) e Senna (Falqui) aumentano la motilità intestinale. I lassativi emollienti come Paraffina liquida lubrificano le feci, mentre quelli di massa come Psillio (Psyllogel, Metamucil) aumentano il volume fecale stimolando naturalmente l'evacuazione.
È fondamentale scegliere il lassativo appropriato evitando l'abuso di stimolanti che possono causare dipendenza. Le controindicazioni includono occlusione intestinale, dolori addominali acuti e stati infiammatori intestinali. Parallelamente al trattamento farmacologico, è essenziale modificare lo stile di vita aumentando l'apporto di fibre, l'idratazione e l'attività fisica regolare.
La diarrea si classifica in acuta, con durata inferiore a 14 giorni, e cronica, che persiste oltre le 4 settimane. Le cause infettive includono virus, batteri e parassiti, mentre quelle non infettive comprendono farmaci, intolleranze alimentari e stress. I segnali d'allarme che richiedono consulto medico immediato sono:
Gli antidiarroici come Loperamide (Imodium, Dissenten) riducono la motilità intestinale, mentre Racecadotril (Tiorfan) diminuisce la secrezione di acqua ed elettroliti. I probiotici come Enterogermina, VSL#3 e Yovis ripristinano la flora batterica intestinale. I reidratanti orali (Dicodral, Idravita, Enervit) prevengono la disidratazione reintegrando sali minerali. Gli antisettici intestinali come Nifuroxazide contrastano le infezioni batteriche intestinali, sempre sotto controllo medico per evitare resistenze batteriche.
La Sindrome dell'Intestino Irritabile (IBS) è un disturbo funzionale cronico del tratto gastrointestinale caratterizzato da dolore addominale ricorrente associato a alterazioni dell'alvo. La diagnosi si basa sui criteri di Roma IV, che richiedono la presenza di dolore addominale almeno un giorno a settimana negli ultimi tre mesi, associato a modifiche della frequenza o della forma delle feci.
Si distinguono tre sottotipi principali: IBS-C (con prevalente stitichezza), IBS-D (con predominante diarrea) e IBS-M (forma mista). I fattori scatenanti includono stress psicofisico, specifici alimenti, alterazioni ormonali e disbiosi intestinale, rendendo necessario un approccio personalizzato per ogni paziente.
Il trattamento farmacologico dell'IBS prevede diverse categorie di medicinali. Gli antispastici come Trimebutina (Debridat), Pinaverio bromuro (Dicetel) e Otilonio bromuro (Spasmomen) agiscono riducendo gli spasmi della muscolatura intestinale e il dolore addominale.
La gestione dell'IBS richiede un monitoraggio costante dei sintomi attraverso diari alimentari e dello stile di vita. Le modifiche comportamentali, inclusa la gestione dello stress e l'attività fisica regolare, rappresentano elementi fondamentali. È importante rivolgersi allo specialista gastroenterologo quando i sintomi peggiorano, compaiono segni d'allarme o la qualità di vita risulta significativamente compromessa.
Nausea e vomito rappresentano sintomi comuni attivati dal centro del vomito nel sistema nervoso centrale in risposta a diversi stimoli. Le cause principali includono disturbi gastrointestinali, infezioni, farmaci, disturbi dell'equilibrio e condizioni sistemiche. La dispepsia, caratterizzata da digestione difficoltosa, gonfiore e pesantezza post-prandiale, spesso accompagna questi sintomi.
Situazioni specifiche richiedono approcci mirati: la nausea gravidica nel primo trimestre, la cinetosi durante i viaggi e la nausea iatrogena conseguente a trattamenti chemioterapici necessitano di strategie terapeutiche personalizzate per garantire efficacia e sicurezza.
La terapia antiemetica comprende diverse classi farmacologiche. La Metoclopramide (Plasil) e l'Ondansetron (Zofran) agiscono su specifici recettori cerebrali, mentre gli antistaminici come il Dimenidrinato (Xamamina, Travelgum) sono particolarmente efficaci nella cinetosi.
La salute dell'apparato gastrointestinale dipende dall'equilibrio della flora batterica intestinale, composta da trilioni di microrganismi benefici che supportano la digestione, l'immunità e la sintesi di vitamine. Un microbiota bilanciato previene la proliferazione di patogeni e mantiene l'integrità della barriera intestinale.
L'alimentazione equilibrata ricca di fibre, la riduzione dello stress, il sonno adeguato e l'attività fisica regolare rappresentano i pilastri per preservare la funzionalità digestiva. Fattori di rischio modificabili includono l'abuso di antibiotici, il consumo eccessivo di cibi processati e l'uso prolungato di farmaci gastrolesivi.
I probiotici contenenti Lactobacillus e Bifidobacterium supportano il ripristino della flora, mentre i prebiotici (inulina, FOS) nutrono i batteri benefici. Gli enzimi digestivi facilitano la scomposizione di proteine, carboidrati e lipidi, particolarmente utili in caso di insufficienza pancreatica o digestione compromessa.
Adottare pasti regolari e moderati, masticare lentamente e mantenere un'adeguata idratazione favoriscono la digestione ottimale. I prodotti da banco sono indicati per sintomi lievi e transitori, mentre la persistenza dei disturbi richiede valutazione medica. Il farmacista rappresenta una figura chiave nel consigliare il prodotto più appropriato e nel riconoscere quando è necessario l'intervento del medico per una diagnosi accurata.